Uno che ha lasciato il segno, 
ma che per esserne sicuro 
si fa un museo...
 





Un blog? Così si chiamerebbe, ma io preferisco considerarlo una creatura vivente, un racconto pulsante, un archivio narrato, una storia infinita...
Sicuramente non una sterile autocelebrazione, piuttosto una stupita constatazione di fatti che possono accadere a un timido con tante idee, errori compresi.

Qualcuno ricorderà, altri - i più - scopriranno qualcosa.
Perché io, malgrado la quantità dei reperti che vedrete qui esposti, sono dannatamente piccolo, un "fenomeno" locale che ha preso vita in Toscana e qualche volta ha strabordato, ma sempre restando nel proprio guscio.
Per fortuna la grandezza di una persona non si misura in chilometri quadrati, a volte è circoscritta tra le mura di una casa. Ma se la tua casa è un mondo le dimensioni non hanno limite.
Come si dice? Non conta quanto è grosso, ma come lo usi.

Mettendo insieme il materiale per questa lunga - sia pur molto riassunta - narrazione mi sono accorto di quante cose possa riuscire a fare nella vita un incapace pratico e pigro cronico come me. Forse troppe, sono più bravi quegli imbecilli che ne azzeccano una buona e lì si fermano. E anche più ricchi.

Io non riesco a limitare i miei interessi, devo vivere tutte le vite possibili, purché mi piacciano, una sola non mi basta, e questa dispersione fisica e mentale, se mi ha forse penalizzato in tante occasioni, non solo mi ha permesso di entrare - sia pur molto spesso in stile toccata e fuga - dentro a mondi diversissimi, ma certamente mi ha aiutato a centrare il bersaglio più bello, quello che in sé riunisce tutto, esperienze, idee, sogni, successi, sentimenti, fallimenti: la radio. Niente di più stimolante, di più creativo, misterioso, coinvolgente, innamorante, intelligente, almeno quando e come l'ho fatta e vissuta io. Ne ho le prove.
Oggi non so, ma credo non sia più possibile. I tempi cambiano e i "G" non rinascono.

L'esposizione del MUSEO DEL "G" si snoda in un unico interminabile post in forma narrata, dalla nascita al momento attuale. Lì termina il Museo, ma non il post. Di seguito infatti inizia il Deposito (ogni museo ne ha uno), formato da numerosissimi capitoli di approfondimento, indipendenti l'uno dall'altro, che danno un senso di completezza alla narrazione precedente.
Mi rendo conto di stare scavando un vero pozzo senza fondo...
E sebbene non sia stata ancora inventata una classifica mondiale di lunghezza dei post, questo mio serpentone si candida a un eventuale primo posto.

Non è concepito per attirare click né per guadagnarci qualcosa: IL MUSEO DEL "G" va preso come
l'autobiografia illustrata di un uomo che, sia pure ancora attivo, vede ormai vicino il traguardo. E non vuole arrivare ultimo, se non - possibilmente - in ordine di tempo.

Gianni Greco ("G").
























































































































































































































































































































































































































































































































































































































































 


































































 
































































































































































































































































































































































































































































































































































































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